È iniziato il nuovo anno sociale in Fondazione e con esso è formalmente partita la programmazione prevista nei centri di accoglienza che ogni anno stilano una corposa lista di attività (animazione, ludico ricreative, formative etc) finalizzate a raggiungere i piccoli e grandi obiettivi che ogni ospite accolto si pone per intraprendere il proprio percorso di inclusione e rinascita.
Nel mese di ottobre presso il Centro di Accoglienza Il Rosa e l’Azzurro che accoglie donne, anche con minori, a rischio di maltrattamento, esclusione sociale e in condizione di disagio vario, sono stati intrapresi due corsi che hanno particolarmente coinvolto le ospiti.
Le nostre ragazze inserite nel programma In.C.I.P.I.T. a favore delle vittime della Tratta degli Esseri Umani hanno partecipato alle attività previste dal progetto AMARE-eu (A Multicultural Approach to Resilience), grazie al quale gli operatori della Protezione Civile di Catanzaro hanno formato ed informato trentacinque giovani scelti tra Siproimi e la periferia sud della città, sulle pratiche di superamento delle emergenze causate dalle calamità naturali. Le nostre ospiti hanno dunque potuto acquisire nuove conoscenze, nonché avere la possibilità di partecipare ad un evento che ha coinvolto la città di Catanzaro quale unica italiana tra quelle dell’Unione Europea (le altre città coinvolte, Rotterdam, Skopje, Eraklion, Velje).
Parallelamente a questo interessante appuntamento, un altro gruppo di donne ospiti del Rosa e l’Azzurro sta vivendo direttamente presso il centro accoglienza un significativo percorso di difesa personale “Alza la Guardia”, basato sul Krav Maga. Il Krav Maga, il cui significato è combattimento a contatto a distanza ravvicinata, è costituito da tecniche di svariate arti marziali semplificate. È semplice, veloce ed efficace nell’apprendimento e nella esecuzione e si avvale, per una corretta esecuzione delle tecniche, anche di conoscenze del linguaggio non verbale e studio del linguaggio del corpo, così come ci ha spiegato l’istruttore Giuseppe Fabiano. La scelta di coinvolgere le ospiti in un percorso di difesa personale ha una duplice finalità; fornire delle tecniche e dunque delle concrete metodologie di difesa fisica alle eventuali aggressioni ma anche e non meno importante, far sì che la donna possa diventare consapevole anche mentalmente di avere il diritto e il dovere di proteggere se stessa, trasformando la propria paura in energia e reattività nelle situazioni di pericolo fisico. Diventare consapevoli delle proprie paure, affrontarle e rafforzare gli strumenti che permettono di consapevolizzare la propria forza mentale e fisica, sono aspetti necessari affinché ogni individuo (nel nostro caso donne che spesso scappano proprio da situazioni di maltrattamento e violenza) possa trovare in sé stesso la fiducia e l’autostima per affrontare le difficoltà e gli ostacoli della vita.