Eccoci di nuovo in una situazione di forte criticità, forse mai arrestatasi. I riflettori si riaccendono, puntando la luce in diverse direzioni: sanità, istruzione, economia … Riprendono prepotentemente la scena i decreti con i divieti e le restrizioni e, per l’ennesima volta, il Terzo Settore resta sommerso negli abissi di un mare proficuo ma sconosciuto o di poco interesse per chi governa.
La nostra opera non si è mai fermata e, qualora le condizioni non consentissero di fornire le regolari e ordinarie risposte, siamo stati in grado di reinventarci. Noi abbiamo continuato a combattere le nostre battaglie, a credere nei nostri valori, a dare risposte a svariati tipi di disagio, anche alle nuove esigenze scaturite dall’emergenza Covid 19. Noi le risposte le abbiamo date, mantenendo vive le nostre strutture, non facendo sentire il peso ai nostri ospiti di una gravità sociale importante, noi che abbiamo sperimentato la cassa integrazione, noi che abbiamo mantenuto le distanzi sociali nel sociale, noi che abbiamo vissuto in famiglia fuori dalle nostre famiglie, considerando congiunto “l’ultimo tra gli ultimi”, noi che non figuriamo in nessun decreto e per cui non arrivano neanche le risposte che si aspettavano, a prescindere dalla situazione epidemiologica.
Si perché è facile dire “dovete dare risposte”, “non potete non aiutare” quando ritardi burocratici-amministrativi soffocano ogni buona intenzione. Il Covid ha rallentato purtroppo tutto, anche situazioni ormai ataviche come l’applicazione della famosa Riforma del Terzo Settore e della realizzazione dei piani di zona. Sarebbe bello avere e dare un’immagine diversa del sociale. Sarebbe bello precisare che il Terzo Settore non è solo “distributore autorizzato” di derrate alimentari o “mediatore” per gli aspetti burocratici relativi all’erogazione di bonus e contributi in denaro. Il Terzo Settore è servizi, occupabilità, risposte, è accoglienza, integrazione, famiglia… il Terzo Settore siamo NOI!