“Ti ascolto, ti sostengo” è questo il titolo, quanto mai azzeccato, per il nuovo progetto, partito il primo aprile, e gestito dal Centro Aiuto Donna, Centro Antiviolenza di Fondazione Città Solidale. Finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dip. Pari opportunità e dalla Regione Calabria, L.R. 20/2007, rappresenta un altro nodo della rete che l’ente, guidato da Padre Piero Puglisi, cerca di tessere per garantire risposte sempre più adeguate a un bisogno ancora emergente e urgente: la violenza contro le donne.
A salutare i presenti, proprio Padre Piero, che ha raccontato come, dal 2009, il Centro Aiuto Donna, costituisca una risposta importante per le donne e di come si impegno nella sensibilizzazione e prevenzione, puntando sulle giovani generazioni e sulle scuole. A descrivere, nello specifico, come è nato e cosa fa il Centro Aiuto Donna, è la responsabile, dott.ssa Monica Riccio. La psicologa, racconta di risposte capillari e non sporadiche, di accoglienze in strutture dedicate e di interventi che puntano alla riconquista dell’autonomia e dell’autodeterminazione da parte di ogni donna che con fatica si rende disponibile a denunciare il proprio aguzzino. Spiega di come l’intervento, durante il lockdown, si sia arricchito con nuove strategie e strumenti per permettere alle donne, costrette in casa, di poter uscire dal circuito di violenza e di poter tutelare i figli minori. È proprio la violenza assistita che ha subìto un brusco incremento durante la pandemia e che ha richiesto un sforzo maggiore. A presentare nello specifico il progetto “Ti ascolto, ti sostengo” è la dott.ssa Alessia Posca che parla di quattro azioni associandole a quattro parole-chiave: sensibilizzazione, potenziamento, sostegno e formazione. Nello specifico sensibilizzazione nelle scuole, attraverso la distribuzione di materiale informativo, la stesura e la firma di protocolli di intesa, mostre fotografiche itineranti nei luoghi deputati alla socializzazione. Il potenziamento riguarda le attività del CAV e la formazione delle operatrici e delle volontarie, un servizio di consulenza legale legato a situazioni emergenziali e l’incremento del servizio di accoglienza e accesso al centro antiviolenza che amplia l’orario di apertura dalle 9.00 alle 17.00. Il potenziamento riguarda anche l’attivazione di uno spazio dedicato ai minori, un baby-setting, che si affacciano al centro e che trovano ad accoglierli personale disponibile a interagire attraverso attività ludiche personalizzate per età e necessità. Un modo per aiutare ulteriormente la donna a non sentirsi sola nel suo percorso di uscita dal circuito della violenza. Occupazione e autonomia sono i due focus centrali del sostegno all’empowerement delle donne. Ovvero la ricerca di un’occupazione partendo dalla redazione di un curriculum e di un bilancio delle competenze, fino alla guida alla ricerca di un lavoro in rete; autonomia intesa nell’accezione più profonda, ovvero autonomia di scelta e decisione per il proprio percorso di vita al fine di attivare concretamente processi di autodeterminazione anche attraverso i gruppi di aiuto. La formazione, contrariamente a quanto si possa pensare, sarà realizzata anche per gli uomini. È fondamentale cercare, difatti di rendere gli uomini protagonisti di un cambiamento culturale che oggi più che mai si rende necessario. L’incontro è stato anche occasione per ribadire l’impegno nei confronti delle donne a 360° con un progetto già partito che si chiama “Oltre il bivio…una scelta consapevole”, citato dalla dott.ssa Tolomeo, educatrice del CAV, ma con tutta una serie di azioni che rendono ormai, il Centro Aiuto Donna di Città Solidale, accreditato alla Regione Calabria , un punto di riferimento per il nostro territorio.