Si è svolto stamattina, presso la Sala Palazzo delle Esposizioni ex STAC di Catanzaro, l’incontro “MigrAZIONI: sfide per creare opportunità di solidarietà e di pace”, organizzato dalla Fondazione Città Solidale, l’Arcidiocesi di Catanzaro Squillace (Ufficio Migrantes) e la Fondazione Migrantes.
A moderare la mattinata la giornalista Carmela Commodaro che ha guidato i relatori all’interno di un viaggio fatto di buone prassi e sogni da realizzare. Ad aprire con i saluti istituzionali sua Eccellenza Mons. Maniago, Arcivescovo metropolita di Catanzaro Squillace e Vice presidente della CEC, il quale si è detto soddisfatto per l’iniziativa che permette di riflettere sul tema in termini di azione. Ha ringraziato i relatori e i giovani presenti in sala perché è con loro che acquistano importanza i sogni e i desideri che hanno al centro l’essere umano e il suo valore. A seguire Padre Piero Puglisi, in doppia veste di Direttore dell’Ufficio Migrantes della diocesi di Catanzaro Squillace e di Presidente della Fondazione Città Solidale, che ha definito l’impegno che da anni la Migrantes porta avanti con i migranti che transitano nella nostra città e di come in sinergia con la Fondazione Città Solidale si sia costruita una rete di accoglienza per adulti, famiglie e minori stranieri.
A portare i saluti del Prefetto di Catanzaro, il Vice Prefetto Dirigente Area Immigrazione, dott.ssa Roberta Molè che ha parlato delle azioni in rete messe in campo con i vari enti per attivare percorsi di inclusione che si caratterizzano dalla regolarità sul territorio, alla formazione, all’inclusione lavorativa. A chiudere i saluti il presidente del Consiglio Comunale, G. Bosco e l’Assessore alla Cultura del Comune di Catanzaro, Donatella Monteverde, che auspica un lavoro a livello centrale che sia in direzione di un’umanizzazione e a discapito di strutture dai grandi numeri, associabili per gestione a carceri. Gli interventi previsti in questa mattinata formativa-informativa hanno preso avvio con una riflessione sulla legge regionale del 28 giugno 2023, la n.26, guidata dall’On. Ernesto Alecci, Consigliere e Questore della Regione Calabria, che ha descritto un paese diviso in due, tra i migranti che si percepiscono di passaggio in Italia, e quelli che si stabiliscono definitivamente, le seconde e le terze generazioni, protagonisti di produttività e ripopolamento. Mons. Francesco Savino, Vescovo della Diocesi di Cassano, referente Migrantes per la Calabria e Vice presidente della CEI, ha approfondito il binomio umanità e accoglienza, conducendo l’uditorio a riflettere su quale è oggi lo stile di accoglienza, su come prendere coscienza e su quali sono i processi necessari per attuare un cambiamento. La Chiesa che si occupa dei migranti viene tacciata di ingerenza, ma la sua opera è un richiamo al Vangelo e il suo impegno in questa direzione continuerà ad essere costante, soprattutto in un’ottica sinodale. Mons. Gian Carlo Perego, Presidente della Migrantes Nazionale, ha raccontato l’esperienza della sua diocesi (Ferrara-Comacchio) e ha spiegato quanto oggi sia attuale la Carta di Siena che parte da una rilettura della storia sociale del dopoguerra. Afferma, inoltre, che la città deve vivere e per vivere deve fare incontrare le persone e per questo servono anche delle misure legislative idonee, sottolineando come il mondo dei richiedenti asilo e rifugiati non sia interesse esclusivo e responsabilità dell’Italia, ma dell’Europa. L’avv. Matteo Biffoni, Sindaco di Prato e delegato ANCI all’Immigrazione e Politiche dell’Integrazione, ha avviato il suo intervento in collegamento video, sul tema delle riforme e su come abbiano ribaltato l’impianto iniziale dei SAI. Il sistema di accoglienza funziona fino a quando non ci sono problemi, ma bisognerebbe lavorare in previsione per migliorare la qualità dell’accoglienza e non in emergenza. Ciò che occorre è una riforma legislativa chiara, personale qualificato, ma soprattutto costruire alleanze e coinvolgere il Terzo Settore. Il giornalista Bruno Palermo ha parlato dell’importanza della verità nell’informazione sulla storia dei migranti a discapito di una narrazione propagandistica. Ha raccontato la sua esperienza nello sbarco a Steccato di Cutro e di come, quando si racconta di persone che inseguono la vita, non bisogna parlare di numeri ma di essere umani. L’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Catanzaro, avv. Giusi Pino, ha descritto le azioni messe in campo dal Comune in termini di servizi, strutture di accoglienza e progettualità, regalando un’anticipazione su un lavoro svolto dal suo settore rispetto ad un’ospitalità in appartamento e un accompagnamento nel percorso di inclusione e di maggiore autonomia con un monitoraggio del servizio. Un sogno che spera di poter realizzare con un bando a cui ha candidato il Comune, con la consapevolezza della necessità dell’apporto del Terzo Settore. A chiudere gli interventi Jean Renè Bilongo, FLAI CGIL nazionale e Responsabile del Dipartimento Politiche Migratorie e Presidente dell’Osservatorio Placido Rizzotto, il quale dimostra come la rete sia oggi più che mai necessaria per abbattere l’ostracismo della politica nel campo della migrazione e per affrontare le nuove e vecchie sfide. In Italia l’integrazione è pari a zero, non si hanno chiare le coordinate del tipo di integrazione che si vuole raggiungere e la rete non deve essere solo progettualità ma un approccio sussidiario e verticale. A raccontare la realtà del territorio che governa, il sindaco di Settingiano, Antonello Formica, comune che ospita un SAI per Minori Stranieri non Accompagnati, gestito da Città Solidale e che vive, dopo qualche periodo inziale di ricerca di equilibri, la meravigliosa dimensione dell’inclusione. A ringraziare in conclusione tutti, dopo il saluto di Rosario Bressi, Portavoce del Forum del Terzo Settore Catanzaro-Soverato, che si è impegnato a collaborare alla creazione di una Consulta per gli Immigrati e a costruire rete con l’Associazionismo del terzo settore, Padre Piero Puglisi che, richiamando Mons. Savino, invita gli operatori presenti ad osare, a non limitarsi al quotidiano ma a fare di quell’impegno e di quello amore che contraddistingue la loro opera, dei semi di buone prassi da diffondere, affinché non solo nei piccoli borghi ma anche nelle città medio-grandi, certamente anche in quella Capoluogo, possano crearsi degli spazi stabili e virtuosi di accoglienza per stranieri.