Quando si guarda alle migrazioni, ci si deve rendere conto che non si tratta solo di migranti. Si tratta delle aspirazioni e dei bisogni che sono inerenti ed intrinseci a tutte le persone, ma da cui molti sono esclusi. Su queste basi, domenica 15 settembre, su iniziativa della “Migrantes” e della Fondazione Città Solidale, si è tenuta nella parrocchia “San Nicola Vescovo” di Squillace la centocinquesima Giornata mondiale del migrante. Dopo un momento di preghiera, si è svolta la Celebrazione Eucaristica presieduta da monsignor Vincenzo Bertolone, Arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace. Nell’omelia, il presule ha esortato i fedeli ad aprire il proprio cuore all’accoglienza senza egoismi. «Prima che cristiani – ha rimarcato – bisogna essere umani. Il problema complesso dell’immigrazione non si risolve con gli slogan ma con la ragione, con il cuore e con tanta umanità. Parlare di amore e bontà è facile, ma metterlo in pratica è altra cosa. Abbiamo voluto fortemente vivere questa giornata in questo luogo per un’attenzione particolare verso questa comunità. Prima che cristiani bisogna essere umani. Riconosco a don Piero questo carisma. Noi cristiani molte volte facciamo divisioni ed esclusioni, è un Vangelo che rimane a livello verbale: bisogna sapere che tutti siamo apprendisti». In piazza gli ospiti delle strutture di accoglienza di “Città Solidale”, e non solo, hanno poi animato la serata con musica e balli e con la degustazione delle pietanze dei loro Paesi di origine. Al termine, sono state rilasciate in cielo quattro lanterne che simboleggiavano le azioni individuate da papa Francesco per la giornata mondiale, e cioè accogliere, proteggere, promuovere e integrare.