Il fenomeno del traffico di esseri umani trova terreno fertile nei paesi dell’est europeo, in Sud America, Asia e Africa, praticamente ovunque nel mondo. Si tratta di una particolare forma di speculazione da parte di trafficanti, finalizzata allo sfruttamento della prostituzione o del lavoro. Ma il commercio può avvenire anche nell’ambito del traffico di organi o dei matrimoni forzati o ancora dell’accattonaggio. Esseri umani, o addirittura parti del loro corpo, diventano oggetto di commercio e fonte di profitto per qualcuno.
Attualmente il fenomeno in Calabria è in crescita e vi sono alcune zone strategiche, come il Crotonese, il Lametino, la piana di Sibari e il Reggino, in cui è evidente in diversi orari del giorno e della notte, la presenza di vittime della tratta, particolarmente impiegate nella prostituzione. Dal 2016 è attivo sul territorio regionale della Calabria il Progetto In.C.I.P.I.T, (Iniziativa Calabra per l’Identificazione Protezione ed inclusione sociale delle vittime di Tratta), di cui ha la titolarità la Regione Calabria; esso copre tutto il territorio regionale e, in ogni Provincia calabrese, vi sono partner che agiscono con diverse azioni progettuali. In particolare, la Fondazione si occupa di assistenza alle vittime di tratta e del loro accompagnamento nel percorso di recupero, di accoglienza in strutture residenziali, con progetti individualizzati volti all’autonomia e al reinserimento sociale.
Quello della tratta è un fenomeno complesso e difficile da identificare perché c’è il coinvolgimento della criminalità organizzata, la circolazione sommersa di una grande quantità di denaro, profitti altissimi e collegamenti con altri crimini. Esso dunque si annida dove le condizioni socio-economiche e socio-politiche rendono favorevoli gli “affari”, ed attecchisce in paesi in cui esistono fattori strutturali drammatici come la povertà, la diseguaglianza di genere, forti flussi migratori in uscita a causa di instabilità politiche, economiche e ambientali. Il fenomeno è però così complesso da non presentare un modello preciso, ma è un mostro in continuo mutamento. Per questo è importante conoscere e riflettere. Così, nel 2015 Papa Francesco ha istituito l’8 febbraio, memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita, la suora sudanese che da bambina fece la drammatica esperienza di essere vittima della tratta. Le Unioni delle Superiore e dei Superiori Generali degli Istituti religiosi hanno promosso la Giornata di preghiera e riflessione contro la tratta di persone. “Incoraggio quanti sono impegnati ad aiutare uomini, donne e bambini schiavizzati, sfruttati, abusati come strumenti di lavoro o di piacere e spesso torturati e mutilati. Auspico che quanti hanno responsabilità di governo si adoperino con decisione a rimuovere le cause di questa vergognosa piaga, una piaga indegna di una società civile. Ognuno di noi si senta impegnato ad essere voce di questi nostri fratelli e sorelle, umiliati nella loro dignità” (Francesco).